domenica 4 agosto 2013

Buongiorno :(
si, mi rendo perfettamente conto di aver aperto questo blog da pochissimo e nonostante ciò di aver già iniziato a trascurarlo. Purtroppo si ha sempre voglia di fare un sacco di cose e poco tempo a disposizione per mettere in pratica i propri propositi.
Come secondo post avrei sicuramente voluto scrivere qualcosa di più costruttivo...ma aimè in questo momento ho poca elasticità mentale essendo le 5.36 del mattino. -.-
Quindi mi limiterò a trascrivervi un mio racconto sul tema "La scelta" che ho realizzato diversi mesi fa. Con questo racconto ho vinto un concorso scolastico indetto dalla Libreria Sistina di Rovellasca che aveva come giudice esterno l'autore Francesco D'Adamo. Per me questo lavoro è stato motivo di grande orgoglio, perchè per una volta ho ricevuto un riconoscimento per qualcosa scritto di mio pugno. Non credevo che ciò potesse mai accadere...la scrittura è sempre stata una passione del tutto personale e non avevo mai fatto leggere niente di mio a nessuno prima di allora; e a maggior ragione, il fatto che a premiarmi sia stato un autore come Francesco D'Adamo (scrittore ad esempio del romanzo "Storia di Iqbal") mi ha riempito ancora più di gioia.
E quindi niente, volevo condividere questa cosa con voi e spero vivamente che possiate apprezzarlo perchè è una piccola briciolina di me e di quella che sono.

"IL CORAGGIO DI VIVERE"
Matteo è un uomo di circa trent'anni, ha una redditizia carriera alle spalle ed un futuro certo dietro ad una scrivania di mogano da direttore sanitario, a New York.
Eppure è qui: immerso in un luogo che sembra abbandonato da tutti ma nel quale, paradossalmente, scorre più linfa vitale che in qualunque altro posto.
E' una triste mattinata di luglio e l'Ospedale da Campo di Nairobi si sveglia avvolto nell'asfissiante calura estiva. Anche oggi Matteo si trova a vivere uno spaventoso incubo a colori: alza gli occhi verso l'alto ed un soffitto scrostato, popolato da un nugolo di zanzare, gli ricorda che la vita non è altro che una continua lotta contro il tempo e che le possibilità di sconfiggerlo sono appese ad un filo sottile, come quello che regge una vecchia lampada sopra le loro teste.
Ora abbassa lo sguardo, fra le sue mani scorre sangue che non gli appartiene e sul suo camice seccano lacrime e sudore, impotenti di fronte all'ingiustizia di questo mondo. Eppure è qui.
Tra questi volti, tra queste vite, egli si sente vivo, si sente a casa, e non riesce ad immaginarsi in nessun altro luogo. L'unico riflesso di se che riesce a scorgere è quello negli occhi di un bambino che, senza lacrime, lo fissa dal lettino di fronte a lui. Nello stesso tempo però percepisce distintamente i battiti di un cuore stanco e solo, nel petto del vecchio soldato che avrebbe un disperato bisogno di essere soccorso; un uomo povero ma non nell'animo, che ha sacrificato la propria esistenza per difendere una speranza.
Ed ora sono lì, entrambi, di fronte a lui, in un silenzio soffocante. La scelta più difficile della sua vita improvvisamente bussa alla sua porta, inesorabile. Improvvisamente si sente solo, lo sconforto lo fa prigioniero e si rende conto che sta perdendo quella lucidità che è richiesta nella sua professione: Una professione aspra, che si trova tra le mani delle vite e delle ferite nel cuore.
La verità è che quella decisione lo riguarda molto più da vicino di quanto non creda. Quei due cuori che battono quasi all'unisono, altro non sono che il bivio di fronte al quale si era già trovato a sostare, le sue due vite e i suoi due destini: una vita di sacrifici e continue incertezze e una invece, fatta di sicurezze, già tracciata, mai vissuta davvero.
E d'un tratto capisce che ciò che più lo rende libero è la capacità di aiutare le persone ed essere utile agli altri. Comprende che qualsiasi scelta lui faccia, nonostante tutto avrà scelto la vita, una vita che in cambio gli darà il dono più grande: un sorriso di gratitudine che non può essere comprato.
Il bambino riprende a respirare e le sue dita ricominciano a muoversi mentre altre mani, poco distanti, si posano per sempre su un lenzuolo bianco.
Gli occhi di Matteo e dell'uomo si incrociano per un'ultima volta ed un inatteso profumo di felicità inonda la stanza. Due sguardi che non sembrano far altro che ringraziarsi reciprocamente.
Il soldato accenna ad un sorriso, riconoscente di quell'ultima, ulteriore possibilità che gli è stata offerta: donare nuovamente la propria vita per gli altri, far si che un'anima possa continuare a vivere nel sorriso di un altro piccolo grande uomo.
Matteo chiude gli occhi ed un brivido gli percorre la schiena. Una manina lo sfiora e, ad un tratto, sembra essere improvvisamente tornato al mondo.

1 commento:

  1. Non sono brava con le parole... ecco, dopo aver letto ciò direi proprio che non sono brava COME TE con le parole, però quello che hai scritto è semplicemente... bello. Credo e spero che avrai un futuro che riguardi tutto questo, la scrittura. Complimenti!! Sono FeDeRiCa19493 su youtube :)

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